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24.1 Ambiente

Per un movimento Politico legato alle proprie radici e impegnato nel miglioramento della qualità della vita la questione ambientale è prioritaria. Ma l'Ambiente non deve essere vissuto come momento di demagogia ideologica come viene abitualmente affrontato dalle Associazioni Verdi e soprattutto deve essere visto in un contesto più ampio di rispetto del territorio, di sviluppo sociale e di salvaguardia della vita.
In quest'ottica non si possono che condannare le campagne demagogiche contro la caccia, che hanno portato ad una proliferazione di alcune specie animali dannose all'ambiente (vedi ungulati, corvi, ecc.); al contrario, occorre studiare una regolamentazione della caccia liberalizzandola ai residenti nei vari compartimenti: difficilmente un cacciatore che vive ed opera su un determinato territorio ne saccheggia le risorse, sia faunistiche che ambientali.
Una seria politica ambientalista non può che dissociarsi dalla demagogica proliferazione di parchi e "parchetti" mangiasoldi, portatori di clientele da un lato e di devastazione ambientale dall'altro: chi ha frequentato alcuni Parchi minori ha potuto rendersi conto che essi hanno portato ad un disequilibrio faunistico con proliferazione di malattie in alcune specie animali che si sono riprodotte in modo irrazionale con conseguente sovraffollamento, scarsità di cibo e deperimento fisico, in specifico nei mesi invernali.
Ambiente non significa creare delle oasi o peggio delle riserve, come per gli indiani, per chi intende passare nel verde la domenica e poi ritornare in città sempre più invivibili.
Ambiente significa elaborare una Politica di programmazione che riguardi tutto il territorio, che educhi il cittadino ad un modello di vita rispettoso di tutto ciò la natura ci ha messo a disposizione e soprattutto studiare un serie di interventi.
Interventi mirati:

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a ridurre la quantità di rifiuti e allo smaltimento con minor impatto ambientale possibile;

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a ridurre la quantità di scarichi nell'aria creando una rete di trasporti pubblici efficientissima ed incentivandone l'uso;

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a ridurre gli sprechi energetici favorendo il più possibile l'utilizzo di energie alternative (bioenergia derivante dai rifiuti, teleriscaldamento, energia solare, energia eolica, ecc.)

bulleta rilanciare una politica del Verde Urbano, coinvolgendo direttamente i cittadini ed in particolare gli studenti.
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a recuperare il territorio per evitare ogni disastro ambientale.

Ma soprattutto deve prevalere il concetto che può parlare di Ambiente chi lo vive. La tutela del territorio ad esempio non può essere gestita da chi siede comodamente in città, che usa tutti i giorni l'auto per recarsi al lavoro, che usa ed abusa delle risorse energetiche 5 giorni alla settimana e che poi sabato e domenica diventa ambientalista e pretende di dettare le regole e usurpare il territorio di chi l'Ambiente lo vive e ne vive i problemi, troppo spesso impotente.

24.2 Risparmio delle risorse ambientali ed energetiche

Una politica di risparmio energetico dovrà essere l'obiettivo principale, poiché le risorse ambientali non sono infinite e la società futura dovrà essere sempre più attenta a non sciuparle.

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Completamento dell'illuminazione pubblica ad alto risparmio energetico.

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Potenziamento ed estensione del teleriscaldamento nelle aree Urbane.

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Sensibilizzazione della cittadinanza a non eccedere nell'utilizzo del riscaldamento (non superare i 20-22°) nel periodo invernale, come peraltro previsto dalle attuali leggi.

bulletCampagna di educazione a non sprecare l'acqua, risorsa che nei prossimi anni sarà sempre meno disponibile.
bulletCampagna di incentivazione all'utilizzo dei pannelli solari.

24.3 Recupero del territorio

Le alluvioni e i disastri ambientali che si verificano ormai annualmente nei periodi primaverili e autunnali devono far riflette sulla politica del territorio che è stata promossa negli ultimi decenni.
La strada deve essere invertita. Occorre affrontare la questione del territorio in modo concreto seguendo alcune linee guida:

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Riportare l'uomo sul territorio, incentivando l'agricoltura e l'allevamento, anche con contributi che sono sicuramente meno gravosi per le casse pubbliche rispetto ad interventi fittizzi, promossi attualmente, che risolvono parzialmente e solo temporaneamente i problemi;

bulletControllare lo sviluppo urbanistico rivolgendosi al passato per comprendere il presente, in particolare impedendo con il buon senso l'edificabilità lungo gli alvei dei corsi d'acqua che tradizionalmente esondano;
bulletTrasformare gli impianti di riscaldamento delle strutture pubbliche con il cippato (alcuni esempi già oggi si sono dimostrati funzionali), ciò favorirebbe la pulizia dei boschi trovando uno sbocco commerciale per il materiale organico recuperato dalla loro pulizia;
bulletFavorire la soppressione degli ungulati, oggi in numero eccessivo e dannosi per il territorio.

24.4 Tutela del Verde Pubblico Urbano

Il verde pubblico urbano deve essere dato in gestione ai privati. I giardini, singolarmente o di raggruppati, dovranno essere affidati per la loro cura alle decine di vivai o ad aziende della zona, che gestiranno a rotazione annuale le aree in cambio pubblicità da collocarsi nelle aree in oggetto.
Alle Amministrazioni Comunali resterebbe la gestione dei Viali e delle alberate, nonché la manutenzione delle strutture (panchine, cestini per i rifiuti, fontane e vasche, ecc.)
Alle Amministrazioni Comunali spetterà altresì l'impianto di sistemi automatizzati per l'irrigazione (come già accade in tutta l'Europa "civile"). Dovranno inoltre essere potenziate le grandi fontane da collocarsi nelle principali piazze dei Centri Storici con variazioni di forme, luci e colori al suono della musica, sull'esempio delle grandi città europee (vedi Barcellona con la "Fontana Magica").

24.5 Le risorse energetiche

Una seria riflessione deve essere fatta sulle risorse energetiche. Occorre fin d'ora elaborare una politica di conversione energetica dalle fonti esauribili a quelle rinnovabili:

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lanciando una politica di utilizzo del potenziale idroelettrico delle nostre montagne creando meccanismi che permettano alle Amministrazioni interessate di beneficiare degli utili derivanti: in pratica si dovrà pagare alla montagna le risorse che ne derivano;

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incentivando l'installazione e l'utilizzo di pannelli solari sia per il riscaldamento dell'acqua sia per la produzione di energia;

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finanziando studi di realizzazioni di impianti eolici nelle vallate alpine ricche di vento;

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realizzando impianti pubblici di energia solare specialmente ad alta quota.

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realizzando una serie di impianti di trasformazione dei rifiuti in bioenergia, dove è possibile, e di produzione di energia tramite l'incenerimento.

Ma la strada principale da seguire è quella della sensibilizzazione dei cittadini affinché venga ridotto il consumo generale di energia, vengano eliminati gli sprechi: certamente ciò diventa difficile se lo Stato vive di prelievo fiscale sui consumi energetici e quindi difficilmente realizzabile con questo sistema politico.

24.6 Rifiuti: da emergenza a risorsa economica

Incentivazione della raccolta differenziata dei rifiuti con la sostituzione dei cassoni attuali con cassoni a 8 scomparti (vetro, carta, pile, medicinali, plastica, lattine, rifiuti organici e rifiuti non differenziati);
Collocazione dei cassoni a scomparti (ove possibile) all'interno dei cortili dei caseggiati, e raccolta tramite mini furgoni attrezzati a 8 scomparti.
L'incentivazione deve attuarsi tramite differenziazione della tassa raccolta rifiuti, dove possibile, abbattendola fino al 50% a quei condomini singoli o raggruppati che aderiscono all'iniziativa.
Sensibilizzazione della cittadinanza in materia di rifiuti tramite interventi nelle scuole e direttamente nelle famiglie attraverso responsabili di zona (es.:1 ogni 3.000 abitanti) retribuiti a raggiungimento di obiettivi prefissati zona per zona.
Installazione in tutti i Cantoni di un complesso comprensivo di:

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un inceneritore per la trasformazione dei rifiuti non riciclabili (non raccolti con il sistema della differenziazione) in energia;

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un impianto di recupero delle pile usate per il riciclaggio in particolare del mercurio con il sistema della fusione ad alta temperatura;

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un impianto di compost per la trasformazione dei rifiuti organici;

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impianti di stoccaggio di carta, vetro, lattine e plastica.

La gestione del complesso dovrà vedere il coinvolgimento dei privati fino al 50%. La scelta dovrebbe cadere vicino alle attuali discariche, poiché col tempo si potrà procedere all'incenerimento, ove possibile, del loro contenuto.

24.7 Città pulite

Le nostre città dovranno adeguarsi agli standard igienico - ambientali mitteleuropei ed in particolare si dovrà intervenire:

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sulla pulizia delle strade attraverso:
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eliminazione dei cassonetti dell'immondizia con la loro collocazione all'interno dei cortili dei fabbricati;

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lavaggio delle strade adeguato, con frequenza settimanale nelle zone di passaggio nel periodo estivo e mensile nel periodo invernale;

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istituzione dell' "operatore ecologico" di zona retribuito con incentivazioni, per evitare che passi tutto il suo tempo nella peregrinazione nei bar della zona assegnatagli;

bulletPallanuoto

bulletsul mantenimento del verde pubblico tramite l'affidamento ai privati della maggior parte di questo bene comune e l'intervento dei Comuni sulle aree abbandonate;
bulletcon l'adeguamento degli impianti di riscaldamento alle norme antinquinamento (vedi passaggio al Metano, ecc.). Il primo esempio deve essere dato dagli edifici pubblici che devono adeguare i propri impianti, i quali risultano fra i più inquinanti; inoltre si dovrà limitare la temperatura al loro interno ad un massimo di 20-22°;
bulletcon il potenziamento del teleriscaldamento, verificando la possibilità di abbinamento con l'inceneritore urbano;
bulletcon controlli più severi sull'inquinamento da traffico in particolare degli scappamenti dei veicoli a Diesel;
bulletcon controlli e snellimento del traffico urbano tramite sottopassi, onde verdi e interramento delle principali arterie con relativa aspirazione e filtraggio dell'aria inquinata;
bulletcon l'intervento dei Comuni nei confronti degli stabili degradati e degli stabili privi di box auto interni (vedi legge Tognoli), anche con mutui agevolati per la loro ristrutturazione, con il vincolo di una parte dell'ICI (fino al 50%) per questi utilizzi.



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